Salvami
che sbarre e finestre hanno ruggine e luce
a stringere le spalle scuotere il capo
a urlare bocca e denti – denti stretti –
stretti tra il viso ed un’immagine o un sogno
Salvami
che tasti neri di piano vestono solo la notte
a tentare il suono della sua pelle dei suoi passi
a sussurrare labbra e occhi serrati nell’attesa
attesa che vagheggia vocali e che sibila nomi
Salvami
le urla straziano lo spazio tra un gesto e la sciarpa
s’accaniscono tra lenzuola e carezze appassite – la sua voce –
c’era un confine di silenzio e luce sospeso nei baci
ed io bacio terra e fango bacio onde sabbia e sale
che se t’amo é solo una promessa.