Mi sono inventato
i tuoi baci
e tu i miei,
costruiti con sabbia
e cocci di mattoni.
Ho immaginato
i tuoi seni,
tu il mio fallo,
eretti: come cupole
come albero maestro.
E sogni tramutati
in casa e coperte
in ghiaccio sul ventre,
leccando i nostri corpi
come miele come gelato.
L’estate?
Modestamente
calda per noi.
L’inverno?
Ulteriore astuzia
per l’amplesso.