Le stanze
vuote
cariche
di profumo
d’incenso
e muri
impressi
dai tempi
tempi di musica
di raccolta
e di semina.
Qualche nota
stona
non m’affligge
a volte ravviva
i colori
sfuma la nebbia,
i tuoi fianchi
sfidano le ombre
e profumano
di vaniglia
di pepe.
A volte
il freddo
non ci abbandona
indugia in noi
come gabbiano
sul mare
in tempesta,
a volte nella mente
il desiderio di te
rovente
non si spegne.
Morbido
anche l’acciaio
si piega.