E’ nel pugno stretto della mano
tra le rughe sottili e profonde
in un cenno del viso, un segno
con gli occhi intrisi di luce
o di lacrime che cercano mare.
Quel mare che ha segnato le sorti
sui cui solchi sfuggivano i sogni
e qualche sottile miraggio abbarbicato
su onde, onde enormi come destini
come avvenuti giorni bambini.
Anch’io dipingevo con gli occhi
le strade, e le pietre l’asfalto
non erano poi così grigi, né cupo
era il cielo nei giorni di pioggia
poiché nei lampi vedevo la vita.
E’ qui nel petto che batte e ribatte
tra le sponde, oceano di ricordi
silenziosi incapaci di spegnersi
e tacere, così come tace il confine