
I miei occhi
Scorre la lama
dai miei occhi
al tuo cuore
e dai tuoi, il filo
scivola alle falde
del mio pensiero.
Il mio pensiero
come lama squarcia
gli sguardi assenti.
Come una mummia
Credo che la mia anima
sia bruciata in un secondo.
Così per disattenzione
lasciai un dì lo starter della vita
nella posizione minima,
ho camminato per il mondo
senza badare all’olezzo di zolfo o di carbone
alle parole vuote con cui m’adorno.
Spesso nel chiarore e nel rumore
m’arresto e m’addormento.
Stanco? non direi – per quel che faccio!
Mi trascinano i gesti, le auto, i camion…
Filo veloce su strade senza meta ne colore
ed é un tormento:
mani e piedi legati stretti con un legaccio
fermo immobile come Tut-Ank-Amon.
La solitudine d’un solo battito
La solitudine
le parole
mille
tra la folla
dell’enoteca
gremita.
La solitudine
senza voce
nessuna
tra le luci
dell’alba
intorpidita.
La solitudine
una via
cento
tra di noi
sulla strada
appena asfaltata
tra le curve
appena affrontate
svolta confusa
stordita.
La solitudine
un battito
nel petto e
tra le mani
che cercano,
cercano…
Cercano tra le mille
pieghe sottili
e tra nessuna
insulsa parola
e tra cento
stanze uguali
al mio cuore
e tra un battito
ed un palpito…
un battito
ed un palpito…
La solitudine
nella solitudine
d’un solo battito.
Delle mie parole e delle mie sottili difese…
Delle mie parole
e perciò
dei miei pensieri
rimane
l’acuminata
aguzza lamina.
Pochi sorsi
e piedi di legno
a sostenere silenzi
i miei silenzi
fondi come notte
e sguardi
a stellate terse.
Lampioni
ci abbracciano
ci avvolgono
è lana di luci
sulla pelle
e sui baci.
I tuoi baci sferrano
mortali attacchi
alle mie sottili difese
simili a carta velo
esile il gioco
sottile il tuo piglio
avido e sincero.
Lightening
Staccato
e freddo
a neve
a ghiaccio
nelle vene
sulla cute.
Nero
profondo
astro
è lontana
a sprazzi
la voce.
Grava
sulle spalle
d’Atlante
la stella
e la luce
non luce.
E’ mare
è marmo
azzurro
e brilla
negli occhi
nella mente.
E’ roccia
è terra
bagnata
fertile:
accende
l’animo.
Come uno sciamano leggi in me
Tu hai occhi speciali
conosci e vedi
ogni mio più nascosto
ed impercettibile segno.
Leggi in me
come uno sciamano
nel fuoco e nella terra.
E, se volessi sparire
o nascondermi
solo tu sapresti
e potresti ritrovarmi.
Raccoglieresti foglie
rosse d’acero
tra il fumo e le betulle
disegnando e chiamando
il mio nome.
Uno sfiorarsi appena e bruciarsi
Sul disco
quattro tracce
e musica lenta,
quattro impercettibili tracce
sibilo soave d’un violoncello.
Sulle pagine
tre parole in riga
come pioppi attenti,
come assurdi marinai
nei cieli roventi.
Sulla mia faccia
poche rughe o tante
a seconda dell’umore
nell’attesa d’un gesto insonne,
d’una semplice parola.
Strana coincidenza la vita
i suoni s’intrecciano
al fumo d’una sigaretta
s’annodano ad una o tante cose
dette più o meno in fretta.
Attese vane e corse affannate
dietro cosa? Tra squilli acuti
o un’isterica musichetta,
il suono della tua voce
o ciò che su di me scrivono
le tue mani?
E gli arabeschi del fumo
e dei destini – intrecciati –
legano a doppio filo la nostra vita
ad un nulla, ad un attimo fuggente
un incrociarsi di sguardi perduti
uno sfiorarsi appena e bruciarsi.
L’amore chiama oppure separa
Miglia lontani,
amanti
racchiusi
in una sfera:
acqua e cristallo.
Estasi di sole
lascia segni
e ricordi
nella pelle e
amplessi infuocati.
Più vicini,
ancora più vicini,
solo il tempo
ci allontana
oracolo magico
l’amore chiama
oppure separa.
Notti
Troppe conchiglie
appese al cielo
il mare nel mio ventre
un orizzonte nero
giorni a collane aperte
e notti
notti… notti…
Stride la cinghia
del freno
occhi e foglie cadenti
portali d’acciaio scuro
grappoli di giorni perduti
e notti
notti… notti…
Cielo terso e stelle
appoggiate alla mia ombra
cadute sulla mia spalla
distrattamente
come monili lucenti
giorni m’adornano la mente
e notti
notti… notti.